Una ricercatrice del FUNIBER analizza l’efficacia predittiva dei sistemi di punteggio COVID-19

Una ricercatrice del FUNIBER analizza l’efficacia predittiva dei sistemi di punteggio COVID-19

La dottoressa Irma Domínguez Azpíroz, coordinatrice accademica dell’Area Salute e Nutrizione della Fundación Universitaria Iberoamericana (Fondazione Universitaria Iberoamericana, FUNIBER), partecipa a uno studio che verifica la validità e l’efficacia dei sistemi di punteggio utilizzati per prevedere il rischio di mortalità nei pazienti affetti da COVID-19 nelle circostanze attuali.

La pandemia di COVID-19 ha trasformato il modo in cui i sistemi sanitari affrontano il rischio di mortalità nei pazienti infetti. In questo contesto, l’identificazione accurata dei soggetti a più alto rischio diventa fondamentale per ottimizzare la gestione clinica e i livelli di assistenza.

Fin dall’inizio della pandemia, sono stati utilizzati diversi sistemi di punteggio per valutare il rischio di mortalità nei pazienti affetti da COVID-19. Questi includono il National Early Warning Score (punteggio nazionale di allerta precoce). Questi includono il National Early Warning Score (NEWS), il Modified Early Warning Score (MEWS), il Sequential Organ Failure Assessment (SOFA), tra gli altri. Tuttavia, con l’emergere di nuove varianti e trattamenti, sono emersi sistemi specifici come il COVID-19 SEIMC score (SEIMC) e il 4C mortality score (4C), progettati per cogliere le peculiarità della malattia. Quest’ultimo è il più utilizzato in tutto il mondo, dimostrando la sua validità come strumento per individuare i pazienti con maggiore probabilità di avere un esito sfavorevole e come strumento utile per selezionare il livello di assistenza più efficiente o per guidare le decisioni di trattamento specifiche.

Tuttavia, la COVID 19 si è evoluta sotto diversi aspetti, soprattutto a causa delle nuove varianti emerse, come Omicron, una variante che predomina in Spagna nella sesta ondata, con un comportamento e una patogenicità diversi rispetto alle varianti originali. Allo stesso modo, la vaccinazione di massa ha avuto un impatto diretto sulla riduzione della letalità e trattamenti come gli antivirali e gli anticorpi monoclonali hanno avuto effetti diversi sul miglioramento dei risultati. Ciò può aver influenzato il comportamento dei sistemi di punteggio, per cui è essenziale determinarne la validità e l’accuratezza nelle circostanze attuali. È stato quindi condotto uno studio per valutare il valore e l’efficacia di due dei sistemi di punteggio più comunemente utilizzati e per confrontare i risultati con gli studi di validazione condotti all’inizio della pandemia.

Lo studio ha utilizzato un approccio retrospettivo e longitudinale, esaminando le cartelle cliniche dei pazienti con COVID-19 ricoverati presso il dipartimento di emergenza di un centro medico spagnolo. È stata valutata la capacità predittiva dei sistemi di punteggio 4C e SEIM per prevedere la mortalità a 30 giorni durante l’attuale periodo della pandemia.

I risultati dello studio hanno mostrato che entrambi i sistemi di punteggio hanno dimostrato un’elevata capacità predittiva per la mortalità a 30 giorni, con un’accuratezza del 95% e del 97% per 4C e SEIMC, rispettivamente. Questi risultati sono stati significativamente migliorati rispetto a quelli ottenuti in studi precedenti e supportano la continua utilità di questi sistemi di punteggio nella valutazione del rischio nei pazienti con COVID-19. Il 4c, in particolare, si è dimostrato uno strumento flessibile, non solo per la valutazione del rischio, ma anche per guidare le decisioni sul livello di cura necessario per ciascun paziente. D’altra parte, il sistema SEIMC ha mostrato una buona correlazione nel contesto spagnolo, anche se il suo uso potrebbe essere più limitato al di fuori della Spagna.

Inoltre, è stata osservata una diminuzione del rischio di mortalità elevata o molto elevata rispetto ai dati degli studi originali. Il rischio di mortalità elevata è diminuito dal 70,8% per la 4C e dal 65,6% per la SEIMC al 23,5% e al 26,6%, rispettivamente. Ciò si è riflesso in una riduzione significativa del tasso di mortalità a 30 giorni. Nel complesso, tuttavia, il tasso di mortalità ospedaliera rimane elevato e sono necessarie ulteriori valutazioni e perfezionamenti di questi strumenti. Inoltre, sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare questi risultati e migliorare l’assistenza e la gestione dei pazienti affetti da COVID-19.

Per saperne di più su questo studio, cliccare qui.

Per leggere altre ricerche, consultare l’archivio UNEATLANTICO.

La Fondazione Universitaria Iberoamericana (FUNIBER) promuove diversi programmi di studio nell’area della salute e della nutrizione, come il Master in Salute Pubblica. Questi programmi forniscono agli studenti le competenze per affrontare le sfide nel campo della salute e fornire soluzioni efficaci per offrire un servizio migliore alle comunità.