Ladott.ssa Irma Domínguez, coordinatrice accademica dell’Area Salute e Nutrizione della Fundación Universitaria Iberoamericana (Fondazione Universitaria Iberoamericana, FUNIBER), partecipa a uno studio comparativo sulla mortalità a breve, medio e lungo termine dei pazienti assistiti dai servizi medici di emergenza.
I servizi medici di emergenza (EMS) svolgono un ruolo cruciale nel fornire assistenza medica urgente ai pazienti che ne hanno bisogno. Spesso sono il primo punto di contatto tra le persone con condizioni di salute acute e il sistema sanitario. Questi servizi si confrontano quotidianamente con malattie urgenti che richiedono risposte rapide. Devono valutare le caratteristiche cliniche del paziente, fornire un trattamento adeguato e, se necessario, trasferire il paziente in un ospedale di riferimento.
La medicina di precisione ha migliorato l’assistenza pre-ospedaliera e nei dipartimenti di emergenza (ED) grazie all’uso di punteggi composti da variabili cliniche, fisiologiche, di comorbidità e analitiche, che facilitano il processo decisionale. Tuttavia, le malattie acute sono pericolose per la vita, non solo nelle fasi iniziali, ma anche a lungo termine. La letteratura esistente ha dimostrato un eccesso di mortalità nei pazienti trattati sia dai Pronto Soccorso che dagli ED dopo aver avuto una grave malattia.
Sebbene l’invecchiamento possa contribuire alla mortalità, l’evidenza suggerisce che anche altri fattori, come la senescenza e la precedente riserva funzionale, svolgono un ruolo importante nell’aumento della mortalità. Le caratteristiche cliniche pre-ospedaliere possono essere utili per classificare la mortalità a breve e a lungo termine. Gli attuali modelli prognostici presuppongono una relazione lineare tra fattori di rischio ed esiti clinici, ma la realtà quotidiana suggerisce una maggiore complessità.
L’apprendimento automatico e gli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale consentono di analizzare grandi quantità di dati e di sviluppare modelli predittivi per comprendere meglio la complessità e supportare il processo decisionale clinico.
I risultati hanno rivelato differenze significative nei profili clinici dei pazienti deceduti a breve, medio e lungo termine dopo aver ricevuto assistenza EMS. Quelli che sono stati colpiti da mortalità a breve termine avevano generalmente condizioni mediche gravi e complesse, che richiedevano interventi rapidi e urgenti. D’altra parte, i pazienti che hanno avuto una mortalità a medio o lungo termine tendevano a essere pazienti cronici con malattie di base, come quelle cardiache, respiratorie o renali.
I dati di questo studio hanno anche evidenziato l’importanza di un’assistenza continua dopo le cure mediche d’emergenza. È stato osservato che coloro che hanno ricevuto un follow-up ravvicinato e una gestione appropriata delle condizioni sottostanti avevano maggiori probabilità di sopravvivere a lungo termine. Ciò evidenzia l’importanza del coordinamento e della comunicazione tra i servizi medici di emergenza e l’assistenza post-emergenza.
Questi risultati hanno implicazioni significative per migliorare la qualità e gli esiti delle cure d’emergenza. I risultati suggeriscono la necessità di migliorare i protocolli di assistenza post-emergenza e di adottare un approccio globale al trattamento per garantire una sopravvivenza ottimale in tutti i periodi di mortalità.
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