La dottoressa Irma Domínguez, coordinatrice accademica dell’Area Salute e Nutrizione della Fondazione Universitaria Iberoamericana (FUNIBER), partecipa a una ricerca che decifra il legame tra alimentazione e artrite reumatoide con l’aiuto della tecnologia omica.
Alla luce dei recenti progressi scientifici, l’uso delle tecnologie “omiche” è cresciuto in modo esponenziale, sia nella comunità scientifica che nella sanità pubblica. Tecnologie come la genomica, la trascrittomica, la proteomica, la metabolomica e la microbiomica offrono preziose indicazioni sul complicato rapporto tra alimentazione, patrimonio genetico e meccanismi molecolari alla base della salute e della malattia.
L’artrite reumatoide (AR), invece, è una complessa malattia autoimmune caratterizzata da una persistente risposta infiammatoria sistemica. Colpisce milioni di persone in tutto il mondo e può causare dolori articolari, rigidità e deformità. Sebbene la causa della RA sia ancora sconosciuta, recenti ricerche suggeriscono che sia i fattori genetici che quelli ambientali, compresi i modelli alimentari, svolgono un ruolo importante nel suo sviluppo e nella sua progressione.
Con un approccio olistico che riconosce questo aspetto, lo studio si proponeva di riassumere i più recenti risultati della ricerca sull’influenza della dieta e dei modelli nutrizionali sulla patogenesi dell’AR, utilizzando un approccio nutrigenomico.
L’impatto dei fattori nutrizionali
La ricerca dimostra che alcuni nutrienti e modelli alimentari possono aumentare o ridurre il rischio di sviluppare l’AR. Attraverso la genomica e la trascrittomica, sono state identificate specifiche varianti genetiche associate a una maggiore suscettibilità alla RA in risposta a determinati fattori alimentari. Questi risultati evidenziano l’importanza di interventi nutrizionali personalizzati nella gestione e nella prevenzione della RA.
La proteomica e la metabolomica hanno fatto luce sui meccanismi molecolari alla base della patogenesi della RA. Questi approcci omici rivelano livelli di espressione proteica e profili di metaboliti alterati nei pazienti affetti da RA, indicando il potenziale coinvolgimento di specifici componenti della dieta nella progressione della malattia.
Il microbioma intestinale, costituito da trilioni di microrganismi che popolano l’apparato digerente, è diventato un attore chiave nell’interazione tra dieta e RA. Studi che utilizzano tecniche di microbioma hanno dimostrato differenze significative nella composizione del microbiota intestinale tra pazienti con RA e individui sani. Gli squilibri microbici causati da fattori alimentari possono innescare risposte immuno-infiammatorie che portano allo sviluppo e all’esacerbazione della RA.
Opportunità e sfide della tecnologia omica
L’integrazione delle tecnologie omiche nella ricerca nutrizionale ha aperto nuove opportunità per comprendere la complessa relazione tra alimentazione e RA. Questi progressi offrono la possibilità di sviluppare raccomandazioni dietetiche personalizzate basate sul profilo genomico individuale e sulla composizione del microbiota intestinale. La nutrizione di precisione ha un grande potenziale per migliorare i risultati della gestione dell’AR indirizzando interventi dietetici specifici in base al profilo omico unico di ciascun individuo.
Tuttavia, a queste opportunità si aggiungono alcune sfide. La standardizzazione delle metodologie omiche, l’interpretazione dei dati e le questioni etiche relative all’uso delle informazioni genomiche sono elementi importanti da considerare. Inoltre, i vincoli finanziari e l’accesso alle tecnologie omiche possono ostacolare la loro applicazione diffusa nella ricerca nutrizionale e nella pratica clinica.
Per saperne di più su questo studio, cliccare qui.
Per leggere altre ricerche, consultare l’archivio UNEATLANTICO. La Fondazione Universitaria Iberoamericana (FUNIBER) promuove diversi programmi di studio nell’area della salute e della nutrizione, come il Master Internazionale in Nutrizione e Dietetica e il Master in Nutrizione e Biotecnologie Alimentari.