Il dottor Maurizio Battino partecipa a uno studio che propone una terapia personalizzata per affrontare lo stress ossidativo nella parodontite

Il dottor Maurizio Battino partecipa a uno studio che propone una terapia personalizzata per affrontare lo stress ossidativo nella parodontite

Il dottor Maurizio Battino, ricercatore scientifico e direttore della Fundación Universitaria Iberoamericana (Fondazione Universitaria Iberoamericana, FUNIBER), nella sua sede in Italia, partecipa a uno studio che propone una strategia di trattamento personalizzato per affrontare lo stress ossidativo nei pazienti affetti da parodontite. Allo studio partecipa anche Francesca Giampieri, docente dell’Universidad Europea del Atlántico (UNEATLANTICO), istituzione che fa parte della Rete Universitaria Internazionale della Fondazione.

La parodontite è una malattia infiammatoria delle gengive molto diffusa a livello mondiale che, oltre a provocare sanguinamento e perdita di osso e denti, è correlata ad altre malattie croniche come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e l’invecchiamento patologico. Un fattore comune a tutte queste malattie è lo stress ossidativo, ovvero uno squilibrio tra molecole instabili (radicali liberi o specie reattive) e le difese antiossidanti dell’organismo. Quando questo equilibrio viene compromesso, le cellule e i tessuti subiscono danni.

Per anni sono state esplorate soluzioni basate sugli antiossidanti (come il resveratrolo, la curcumina, il coenzima Q10, il licopene o la melatonina) come complemento al trattamento parodontale convenzionale. Sebbene nei laboratori e negli animali abbiano mostrato benefici, negli esseri umani i risultati sono stati irregolari. Una possibile ragione è che ogni persona ha un profilo ossidativo diverso, influenzato dalla dieta, dall’attività fisica, dal livello di stress, dai farmaci o dall’inquinamento ambientale.

Di fronte a queste limitazioni, lo studio introduce la terapia personalizzata dello stress ossidativo (POST, dall’acronimo inglese). Questa terapia propone di prendere in considerazione tre livelli contemporaneamente: 1) l’ambiente del paziente, come l’inquinamento atmosferico, le radiazioni ultraviolette o ionizzanti; 2) le sue caratteristiche personali (età, abitudini alimentari, esercizio fisico, stress psicologico, microbioma o insieme di batteri benefici del corpo e farmaci); e 3) ciò che accade all’interno delle cellule, in particolare nei loro organelli, piccole strutture con funzioni specifiche.

Per costruire questo quadro, il team ha condotto un’esaustiva revisione narrativa della letteratura biomedica recente, integrando i risultati della biologia cellulare, dell’immunometabolismo, della scienza dei materiali dentali e degli studi clinici in parodontologia. Sono stati analizzati i meccanismi molecolari, le vie di segnalazione redox e i biomarcatori infiammatori, identificando i punti di intervento plausibili e le lacune di evidenza che richiedono studi prospettici.

Risultati rilevanti dello studio

È stato determinato che le gengive affette da parodontite, i mitocondri, un organo responsabile della produzione di energia cellulare, funzionano in modo meno efficiente e generano più composti dannosi, una situazione che migliora dopo un trattamento parodontale intensivo, soprattutto nelle persone affette da diabete. Inoltre, si osserva un sovraccarico nella fabbrica cellulare responsabile della produzione di proteine, che contribuisce alla perdita di osso vicino ai denti.

Altri compartimenti che regolano i grassi e neutralizzano gli ossidanti sono alterati, specialmente in caso di obesità o sindrome metabolica, aggravando il danno al tessuto di supporto dentale. Il sistema interno di riciclaggio cellulare diventa meno efficace, i rifiuti si accumulano e l’infiammazione aumenta. Le cellule gengivali «invecchiano» prematuramente e mantengono attiva la risposta infiammatoria. Inoltre, alcuni batteri orali alterano il funzionamento cellulare e favoriscono l’infiammazione.

Lo stile di vita e l’ambiente hanno un ruolo importante. Seguire una dieta di tipo mediterraneo e fare esercizio fisico regolarmente è associato a una migliore salute gengivale. Al contrario, l’obesità, la sedentarietà, lo stress, l’inquinamento e il fumo peggiorano la parodontite. Alcuni batteri orali alterano il funzionamento interno delle cellule e favoriscono l’infiammazione, quindi non è sufficiente utilizzare antiossidanti in modo generico.

Questo studio ridefinisce l’approccio alla parodontite da una prospettiva redox-sistemica e propone di personalizzare la terapia di trattamento dello stress ossidativo per ogni paziente, tenendo conto dell’ambiente, delle caratteristiche individuali e della fisiologia cellulare. L’integrazione di dati clinici, omici e biomarcatori con il supporto dell’intelligenza artificiale può accelerare il trasferimento della terapia personalizzata dello stress ossidativo alla pratica clinica.

Se vuoi saperne di più su questo studio, clicca qui.

Per leggere altre ricerche, consulta l’archivio di UNEATLANTICO.

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