Studio del prof. Maurizio Battino sugli effetti terapeutici delle nanoparticelle di ferro

Studio del prof. Maurizio Battino sugli effetti terapeutici delle nanoparticelle di ferro

Nel 2021, il prof. Maurizio Battino, direttore di FUNIBER Italia, insieme ad un tema di ricercatori, ha condotto uno studio sugli effetti terapeutici delle nanoparticelle di ferro ultrapiccole su diverse malattie di origine mitocondriale.

L’interesse per le nanoparticelle non è dovuto solo alle loro piccole dimensioni, ma anche al fatto che, a queste dimensioni, le loro proprietà stimolano interazioni cellulari e molecolari altamente specifiche. Nei prossimi anni, l’applicazione delle nanotecnologie nella ricerca biomedica ottimizzerà lo sviluppo di strumenti nuovi e più efficienti per individuare e trattare malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e il cancro.

Questo studio fornisce informazioni rilevanti sul potenziale delle nanoparticelle di ferro ultra-piccole come nuovo approccio mirato ai mitocondri per il trattamento di alcune malattie. Le nanoparticelle si accumulano nei mitocondri, influenzando i parametri della respirazione mitocondriale e della glicolisi, e possono quindi modulare l’attività cellulare, fornendo soluzioni mirate alle malattie legate alla disfunzione mitocondriale.

Un altro aspetto evidenziato dallo studio è l’induzione della quiescenza cellulare in seguito all’esposizione alle nanoparticelle di ferro. Questo fenomeno, caratterizzato dalla migrazione delle cellule in uno stato non proliferante, ha un immenso valore terapeutico, soprattutto nel trattamento del cancro. La capacità di queste nanoparticelle di promuovere la quiescenza apre nuove possibilità di controllare la progressione della malattia impedendo la divisione e la crescita cellulare.

Inoltre, lo studio ha rivelato che le nanoparticelle di ferro ultra piccole innescano il processo di autofagia, riaffermando ulteriormente il loro potenziale come agenti terapeutici. L’autofagia, una risposta cellulare fondamentale, comporta la disgregazione e il riciclo dei componenti cellulari, compresi gli organelli danneggiati o disfunzionali. Promuovendo l’autofagia, le nanoparticelle dimostrano la loro capacità di migliorare il ringiovanimento e l’eliminazione cellulare, il che potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento delle patologie dipendenti dai mitocondri.

La vasta gamma di malattie associate alla disfunzione mitocondriale, tra cui vari tipi di cancro e disturbi metabolici, potrebbe trarre grande beneficio da questi progressi nella tecnologia delle nanoparticelle.

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