Il Prof. Maurizio Battino, direttore esecutivo di FUNIBER Italia, ha partecipato nel 2017 ad uno studio comparativo sugli effetti inibitori del miele di corbezzolo e del miele di Manuka sulle cellule del cancro al colon umano.
Il cancro del colon-retto è il secondo tumore più comune in Europa. A causa della sua resistenza ai farmaci citostatici, il tasso di sopravvivenza è di cinque anni. Tuttavia, non esistono ancora opzioni terapeutiche adeguate per questo tipo di tumore. Sono quindi urgentemente necessari nuovi approcci preventivi e terapeutici per questa malattia.
È stato riscontrato che i composti naturali hanno effetti potenziali sul cancro del colon-retto, stimolando l’effetto citotossico sulle cellule tumorali del colon. Uno dei prodotti naturali più efficaci è il miele, una ricca fonte di composti farmacologici con attività antiossidanti, antibatteriche, antinfiammatorie, antipertensive, antitumorali e antimetastatiche. Tuttavia, è importante considerare che i componenti bioattivi del miele variano e dipendono non solo dalle fonti floreali, ma anche dalle origini geografiche, dai fattori stagionali e ambientali.
Il miele monoflora di corbezzolo (STH) è un prodotto riconosciuto proveniente da alcune regioni mediterranee come la Sardegna. L’STH contiene eccezionali proprietà antiossidanti grazie ai suoi composti fenolici, principalmente flavonoidi e acidi fenolici. Tuttavia, sono pochi gli studi che analizzano la sua componente fitochimica e le sue proprietà biologiche.
Per questo motivo Maurizio Battino, insieme ad altri ricercatori, ha condotto una ricerca per esaminare il contenuto fitochimico e l’attività antiossidante del miele di corbezzolo (STH) di diverse origini sarde e le sue proprietà citotossiche contro il cancro al colon umano. L’obiettivo era quello confrontare le sue caratteristiche con i valori delle proprietà del miele di Manuka (MH), ampiamente conosciuto per i suoi composti fenolici, flavonoidi, tra gli altri.
Risultati dell’investigazione
Lo studio ha dimostrato che i mieli STH e MH possono indurre la morte delle cellule tumorali e aumentare la generazione di ROS intracellulari nelle cellule del colon. Inoltre, i composti bioattivi del miele dipendono dalle fonti floreali, dalle origini geografiche, dagli elementi stagionali e ambientali che influenzano l’effetto antiproliferativo e il potenziale antiossidante. Lo studio ha dimostrato che il miele STH della zona di Berchidda produce maggiori effetti citotossici rispetto al miele MH.
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Per ulteriori ricerche, consultare l’archivio UNEATLANTICO. Ricordiamo, infine, che la Fondazione Internazionale Iberoamericana (FUNIBER) offre vari programmi educativi nell’area Salute e Nutrizione, come il Master Internazionale in Nutrizione e Dietetica.