Intervista al direttore dell’Opera Culturale di FUNIBER, Federico Fernández

Intervista al direttore dell’Opera Culturale di FUNIBER, Federico Fernández
Il direttore dell’Opera Culturale di FUNIBER, Federico Fernández, spiega quali mostre sono attualmente aperte al pubblico e como ci si è adattati alle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19.

Il direttore dell’Opera Culturale di FUNIBER, Federico Fernández, spiega quali mostre sono  attualmente aperte al pubblico e como ci si è adattati alle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19.

 In che modo la pandemia da Covid-19 ha condizionato i concerti e le inaugurazioni itineranti dell’Opera Culturale di FUNIBER?

L’adozione delle misure contro il Covid-19 ci ha colti di sorpresa, con diverse mostre in corso ed altre che stavano per essere allestite. Qui in Spagna, avevamo appena aperto la mostra della pittrice Anna Tamayo a Ponferrada, un evento che Anna ed io avevamo inaugurato presenzialmente con l’aiuto di molti mezzi di comunicazione, stampa e TV. Ci avevano anche dedicato una lunga intervista televisiva alla quale era presente il prof. Cesar Ordoñez, responsabile delle attività didattiche della Universidad di León (ULE).

Per via delle misure anti-Covid-19, molte mostre hanno avuto lo stesso destino di quella di Anna Tamayo: sono rimaste nel proprio luogo di esposizione, chiuse o con aperture al pubblico molto limitate e controllate. Non appena le misure lo hanno consentito, la mostra di Anna è passata alla sala dell’Ateneo Culturale “El Albéitar” di León, inaugurando il nuovo inizio delle attività espositive.

A Laredo (Spagna) abbiamo esposto “Il Canto del Sole” e “le Meraviglie con Variazioni Acrostiche”, un evento alla cui presentazione ho partecipato presenzialmente con mascherina, distanziamento e controllo del pubblico. La sessione è stata ripresa dal Comune di Laredo e poi diffusa attraverso le rete sociali.

I concerti presenziali sono stati sospesi, perché implicavano rischi personali per l’artista, a causa degli spostamenti, il pubblico nei locali chiusi e le misure restrittive in questo campo.

 

Quali misure di sicurezza vengono prese attualmente per l’allestimento delle mostre?

Attualmente stiamo esponendo in diverse sedi di Spagna e America Latina, ma le misure non sempre coincidono, pertanto diverse sedi ci richiedono di allestire la mostra secondo le norme della propria regione o del proprio paese.

In Guatemala c’è la mostra “Tàpies, collezione dell’incisore Barbará”. In Messico si trova la collezione “Dal capriccio alla follia” di Goya e Dalí, dove abbiamo sostituito la presentazione presenziale con quella virtuale.

A León resta aperta attualmente la mostra degli artisti Joán Ponç e Jaime Muxart che ha sostituito la mostra “Sorprendo ancora” di Picasso, la quale, secondo la stampa, nonostante l’affluenza controllata, ha avuto più successo di mostre anteriori alla pandemia.

 

Quali nuove mostre state preparando per i prossimi mesi?

La mostra di Picasso “Sorprendo ancora” è pronta per un grande tour americano, in occasione del Bicentenario dell’Indipendenza.

“Il Canto del Sole” di Miró è tornato in Spagna ed è esposto presso UNEATLANTICO, istituzione appartenente alla rete FUNIBER. “Le meraviglie con variazioni acrostiche”, sempre di Mirò, è a disposizione per l’esposizione in Spagna.

Dall’America è tornata la mostra “Dalí di fronte a Miró” che verrà esposta presso UNEATLANTICO e in diverse sedi spagnole.

Sono in fase di allestimento una nuova mostra dedicata a Antoni Tàpies e l’incisore Joan Barbarà, e una grande mostra di incisioni di Antonio Clavé con opere che vanno dal 1949 fino agli anni 80.

Man mano che torneranno in Spagna dopo anni in America Latina, diverse mostre verranno esposte nel nostro paese, mentre nuove mostre verranno allestite per  il continente americano.

 

Con la progressiva vaccinazione della popolazione, vi aspettate portare le ultime esposizioni in più paesi?

È logico che, con l’aumentare della sicurezza, aumenterà anche la domanda di mostre d’arte, ed eventualmente di concerti dal vivo.

Speriamo che si torni presto alla “normalità”, e che questa rivitalizzi l’attività culturale. Da parte nostra, possiamo dire di non aver mai interrotto questo tipo di attività neanche per un attimo durante questo lungo anno di pandemia.

 

Ci sono state iniziative intraprese durante la pandemia per promuovere l’arte, senza ricorrere a musei o gallerie?

Dall’inizio della pandemia, si è cercato di evitare che le persone si spostassero e che fossero presenti fisicamente alle inaugurazioni, così abbiamo sostituuito queste ultime con video di presentazioni realizzate in Spagna. Abbiamo fatto presentazioni virtuali per il Campeche (Messico), Guatemala, Repubblica Domenicana e per le città di León e Ponferrada (Spagna).

Nel caso di León e Ponferrada, sono stati fatti collegamenti dal vivo, con autorità e giornalisti e una intervista lunga con la televisione, oggi disponibile in rete.

Un altro evento speciale è stata l’esposizione virtuale realizzata da FUNIBER, dalla Ambasciata messicana in Gana e nel Salvador e dall’Ambasciata spagnola in Gana.